Dalla più lontana mi sposto all’esperienza di viaggio più recente.
Parlo della Bolivia. Parlo della “Ruta Del Che”.
Nel cinquantesimo anniversario della cattura e della morte di Ernesto Che Guevara, una marcia commemorativa ha riunito a La Higuera persone da tutto il mondo.
Strade impolverate, bandiere al vento, fatica, sudore. Giovani, anziani, uomini, donne, stranieri e locali. Celebravano con profonda emozione una icona, un ideale, un uomo che ancora oggi smuove tante coscienze.
Erano tantissime le persone che camminando sotto il sole sono arrivate in quell’isolato paesino sulle Ande composto da un’unica piazza piena di voci, di canti, di giornalisti attirati dalla presenza del presidente boliviano Evo.
Ma ancor piu toccante é stato il silenzio del giorno dopo in quella piazzetta. Dove la vita dei pochi abitanti riprendeva la solita routine.
Ed in quel silenzio ascoltare le testimonianze di chi c’era, di chi si ricorda qualche piccolo dettaglio come l’aver dato delle uova ad un gruppo di guerriglieri, una festa di paese in cui é stato visto, gli spari della cattura alla Quebrada del Churo, la detenzione nella vecchia scuola, l’esecuzione, il trasporto a Vallegrande, l’infermiera che pulì il corpo e l’esposizione sul marmo della lavanderia, il mausoleo costruito anni dopo quando finalmente ne hanno ritrovato i resti in una fossa comune.
La storia è conosciuta a tutti ma l’aver conosciuto quei posti, visto quei volti, ascoltato quei racconti … sono come un marchio indelebile sulla pelle.
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